| Territorio

Siamo sulla Via Mercatorum, scrigno di tesori del passato, manufatti tramandati fino ai giorni nostri, opere d’arte, paesaggi e natura ieri come oggi…ma la storia è sopratutto fatta dalla gente, dai personaggi che ritroviamo sui libri certo, ma ancor di più dalla gente comune, dalle persone che giorno dopo giorno hanno affrontato le prove che la vita ha voluto imporre e oggi, alcune di queste, hanno la fortuna di essere qui a raccontare con grande semplicità, come se fossero del tutto normali, aneddoti ed esperienze che a noi un po’ più giovani appaiono inverosimili, eppure avvenuti meno di un secolo fa.


Angelina Cortinovis è nata a Trafficanti frazione di Costa Serina il 15 dicembre 1924.
Ci apre la porta della sua casa.


Con grande cordialità, insieme a Raffaello, il figlio più giovane, ci accoglie per un caffè e un’arricchente chiacchierata. Angelina vive qui da sempre: ridendo dice che quando si è sposata ha solo cambiato portone, la sua casa da ragazza era quella a fianco. Qui non c’erano strade: ci si spostava a piedi su e giù per sentieri e mulattiere, come questa che gli abitanti utilizzano ancora.


Il telefono non c’era, nella frazione esistevano alcuni punti strategici da cui si poteva comunicare, come la postazione vicino al cimitero. La vegetazione era meno folta, c’erano più prati che bosco e ci si vedeva bene. Così si urlavano da un punto all’altro frasi che rappresentavano una sorta di codice, ad esempio “vienimi incontro” significava che era successo qualcosa di grave e che bisognava sbrigarsi. Non era facile se si stava male: il dottore risiedeva a Zogno; ci incuriosiamo su come poteva essere il momento del parto a Trafficanti negli anni 50 del ‘900. Si partoriva in casa, ma la levatrice veniva da Bracca a piedi, così spesso non arrivava in tempo oppure era impegnata con un altro parto come avvenne quando per Angelina fu il momento di mettere alla luce il suo terzo figlio. La levatrice dopo averla visitata se ne andò per assistere un parto ad Ambriola, ritenendo che fosse ancora troppo presto per Angelina che partorì invece poco più tardi un bambino di 5 kg e 100 g. Restiamo increduli e un po’ stupiti pensando ai rischi che si correvano e che sono oggi inammissibili…ma Angelina ne aveva già passate tante…Rimasta orfana di padre a soli 9 anni frequentò la allora attiva scuola di Trafficanti fino alla terza elementare. Erano 5 fratelli con la mamma Aurelia: c’era da darsi da fare e Angelina nei mesi estivi iniziò ad andare ad accudire le mucche sul monte Suchello. Era solo una bambina e la sua famiglia le mancava, ma racconta con gratitudine negli occhi che era trattata bene e lì, a compenso del suo lavoro, poteva mangiare a volontà sopratutto la buona panna e la polenta “consada” che certamente a casa non avrebbe avuto.
A 10 anni aveva imparato a mungere le mucche e sul Suchello si dormiva in uno spazio ricavato in alto nella stalla sopra gli animali.
Di quando era bambina Angelina ricorda le talpe catturate nelle trappole la cui pelle veniva stesa su un pezzo di legno e fatta seccare. Ogni pelle fruttava 20 centesimi: veniva ritirata dallo “stracer”, lo straccivendolo.
Periodicamente si andava a Costa per affittare la macchina per cardare la lana e rifare i materassi.
In ogni casa c’era uno di questi strumenti per filare la lana e confezionare i vestiti. Non c’era niente di già pronto!

A 15 anni Angelina iniziò a lavorare in fabbrica alla Minelli, dove restò finchè si sposò.

Le donne dalla famiglia della signora Aurelia, la madre di Angelina, seduta al centro della fotografia e da sinistra, in piedi ai suoi fianchi, Maria, Angelina, Erminia e Ines.

 

Angelina sull’uscio di casa con il marito e la sorella

Prima del “sì” però ci fu la guerra: non c’era molto da mangiare e Angelina ricorda bene di quella volta che andò a Brescia col treno merci in cerca di granoturco riuscendo a rimediarne 7 o 8 kg. Ricorda quando si andava a Selvino a barattare del burro per del sale o un vitello in cambio di tessuti.
Poi la fine della guerra e il 28 dicembre 1946 il matrimonio e poi i suoi 4 figli.


Angelina conclude i suoi racconti affermando con serena convinzione: “Avevamo poco o niente ma eravamo più contenti di adesso! Adesso non ci si accontenta più! Questa è proprio la verità!”
Ci congediamo da Angelina e Raffaello quasi dispiaciuti di dovercene andare, ma torneremo a trovare questa signora così accogliente e sorridente, capace di trasmettere tanta serenità.

Torniamo verso Nespello sul tracciato della Via Mercatorum con nel cuore l’emozione appena vissuta, la riconoscenza nei confronti di Angelina per aver voluto condividere con noi alcuni preziosi ricordi e la certezza che, oggi più che mai, anche la storia della gente comune è come diceva Cicerone “testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis” cioè testimone dei tempi, luce della verità, vita della momoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità.

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