Un venerdì d’agosto sull’altopiano Selvino-Aviatico, un pomeriggio dedicato a scoprire un pezzo in più della storia che ha segnato i territori attraversati dalla via Mercatorum.
Questa è una storia del XX secolo, un periodo che sembra ormai lontano alle nuove generazioni, una storia che ha segnato il destino di molti bambini che qui a Selvino hanno avuto una nuova possibilità e ritrovato la propria strada.
Selvino, oggi centro turistico di spicco per la Val Seriana, cela tra i suoi numerosi svaghi e la sua natura preziosa un luogo riportato alla ribalta negli ultimi anni: Sciesopoli.
Che cos’è Sciesopoli?
Sciesopoli oggi è un museo che racchiude quasi un secolo di storia dalla sua nascita fino ai nostri giorni.
Ad Amatore Sciesa, patriota italiano del risorgimento, fucilato dagli austriaci nel 1851, fu intitolata nel 1933 una colonia fascista laddove già era in uso fin dagli anni ’20 un’area adibita a campeggio, una cosiddetta tendopoli, come era chiamata allora.
Il territorio di Selvino in quegli anni era più simile paesaggisticamente ai tempi in cui i mercanti transitavano con le loro merci: il nucleo di Selvino non aveva ancora conosciuto l’attuale urbanizzazione e come altre località montane era meta di soggiorni estivi per la sua aria salubre.
Così il gruppo fascista milanese Amatore Sciesa dette il proprio nome alla colonia selvinese il cui progetto fu realizzato dall’architetto Paolo Vietti Violi che ideò il grande piazzale delle adunate che si trova subito oltre la cancellata d’ingresso e i quattro grandi padiglioni.

Gruppo di visitatori davanti al cancello d’entrata di Sciesopoli

Aurora Cantini, scrittrice e poetessa di Aviatico, illustra la storia di Sciesopoli

Fascio littorio stilizzato in granito rosa al cancello d’entrata di Sciesopoli
Ai lati del grande piazzale si possono ancora vedere le due grandi lastre monolitiche su cui si trovavano i rilievi dei volti dei due giovani.

Cappella laterale al salone d’ingresso del padiglione Tonoli Melloni

Sala refettorio

Stanze adibite a cucina e cella frigorifera

Vista sul piazzale delle adunate dalla finestra del refettorio del padiglione Tonoli Melloni

Padiglione Fabrizio e padiglione Dux

Padiglione Arnaldo
Tutti i padiglioni avevano tetti a balconata che venivano sfruttati per i bagni di sole. La struttura era indipendente per quanto riguarda riscaldamento, elettricità e approvvigionamento d’acqua: nei sotterranei vi erano appositi impianti.

Scala di collegamento tra i padiglioni
Dal 1948 la fondazione Tonoli Melloni affittò la colonia che divenne Ospedale di Selvino e dal 1954 la gestione passò all’Opera Pia per l’Assistenza Climatica all’infanzia, destinata a bambini disagiati e con difficoltà economiche, mentre continuò ad essere colonia nei mesi estivi. Dal 1979 al 1985 infine Sciasopoli fu teatro del progetto “Scuola Natura” del Comune di Milano per poi chiudere definitivamente i battenti.
Eccomi a dire il mio grazie per il regalo ricevuto: grazie al Comune di Selvino, a tutti i volontari che mantengono viva la memoria di questo luogo, ad Aurora Cantini che con la sua ricerca e i suoi scritti traccia un segno nella storia. La memoria è il punto di partenza per il nostro futuro.
Questo mio umile scritto vuole essere solo il racconto della mia esperienza di approccio alla storia di Sciesopoli che merita senza alcun dubbio ulteriori approfondimenti. Tra gli altri invito a vedere:
www.sciesopoli.com
https://acantini.altervista.org/selvino-la-sciesopoli-quel-palazzo-dove-i-bambini-di-ogni-tempo-e-di-ogni-luogo-ritrovarono-la-liberta-e-il-gioco/